venerdì 31 agosto 2012

Non affoghiamo nella vecchia politica la speranza rappreesentata da SEL - Aggiornamento Adesioni -


DOMENICA 30 SETTEMBRE ore 10:30, assemblea nazionale, a Roma, a partire da questo documento che sta riscuotendo molto interesse. Siete tutt* invitat* a partecipare all'iniziativa e alla sua organizzazione (faremo una mail list apposita, chiedeteci di essere inserit*).
Per le adesioni al documento e per l'iniziativa scrivete a nonaffoghiamo@gmail.com




Care compagne e cari compagni,

ci rivolgiamo al Coordinamento Provinciale, lo spazio che ci siamo dati per condividere la costruzione di SEL a Roma;

ci rivolgiamo alla Presidenza Nazionale, poiché crediamo che il gruppo dirigente nazionale per troppo tempo non abbia assunto la responsabilità di costruire SEL come corpo vivo, aperto, democratico e partecipato;

ci rivogliamo anche alle e agli iscritti e i simpatizzanti di SEL, perché crediamo che la responsabilità della costruzione di questa esperienza sia di tutte/i, senza esclusioni.

Lo scorso 26 giugno abbiamo partecipato a un’assemblea di compagne e compagni di SEL provenienti da storie e percorsi molto diversi, ma accomunati dall’affetto per la nostra impresa comune e dalla preoccupazione di fronte al rischio di vederla rattrappirsi. L’incontro è nato da un diffuso disagio cresciuto in questi mesi. Senza la possibilità di un confronto trasparente, di un ascolto effettivo e la possibilità di incidere, questo disagio rischia di limitarsi alla lamentazione, all’invettiva e di tradursi in diffidenza o, peggio, in abbandono.

Crediamo ci possa essere un modo per affrontare le dinamiche che rendono spesso asfittica la vita della nostra esperienza politica, le sue evidenti degenerazioni, il sequestro di ogni spazio di confronto, conflitto ed elaborazione condivisa, senza cadere in letture liquidatorie, semplicistiche o riducibili a logiche di schieramento interno. Riteniamo necessario ascoltare e dare spazio alle critiche emerse, per trasformarle in politica, perché la capacità di iniziativa politica di SEL, la sua spinta innovativa e credibilità dipendono dalla qualità del nostro modo di stare e di decidere assieme.

È stato un segno di maturità e responsabilità evitare, nei mesi scorsi, che il legittimo confronto su modi diversi di intendere SEL portasse alla paralisi e a un dibattito tutto rinchiuso all’interno. Ma affrontare in modo trasparente i nostri limiti non rappresenta un indebolimento. Anzi, pensiamo sia urgente la necessità di aprire una discussione tra noi su come far corrispondere il nostro modo di vivere quotidianamente questa esperienza politica alla ragione di nascita di SEL, la sua ispirazione, la sua scommessa.

La nostra impresa comune segna un’impasse e intorno a noi crescono i segni di insoddisfazione e avanzano nuove risposte. Lo riscontriamo nelle reazioni dei cittadini e delle cittadine che incontriamo, lo vediamo in chi si impegna nei comitati, nei movimenti e in quelle esperienze innovative di lotta e di discussione che animano le nostre città. Anche la crescita di iniziative (locali e nazionali) a sinistra, alcune promosse da esperienze sindacali avanzate, altre espressamente mirate a promuovere nuovi soggetti politici, così come l’avanzamento elettorale di liste caratterizzate dal rifiuto spesso liquidatorio e demagogico dei partiti, ci suggeriscono che esiste una domanda, un desiderio e un bisogno al quale non siamo riusciti a parlare a sufficienza e che, di tutta risposta, ci ha percepiti come omologati alla politica di palazzo e ai suoi vizi.
Il Movimento 5 stelle, ALBA, l’iniziativa della FIOM, le liste civiche locali e la loro proposta a livello nazionale (ma anche la crescita dell’astensionismo) sono alcuni elementi di uno scenario confuso e in evoluzione segnato da una crisi delle forme politiche esistenti. Una forza come SEL, nata per mettere al centro il tema della trasformazione della politica, della riapertura di canali di comunicazione tra pratiche sociali, culture politiche innovative e forme organizzate, deve porsi una domanda rispetto al proliferare di iniziative che traggono ragion d’essere da questo vuoto e dall’assenza di una proposta credibile che (anche) SEL avrebbe dovuto costruire.

Non vogliamo rinunciare a quella scelta fondativa che ha fatto di SEL una speranza per uscire dalla cieca e disperata rassegnazione delle due sinistre.
Crediamo ancora oggi nella necessità di costruire una coalizione di centrosinistra innovativa, unitaria, aperta, capace di uscire dal recinto dei partiti e valorizzare ciò che si muove al di fuori di essa.
Questo oggi si traduce nella necessità di incalzare e sfidare il PD sul terreno di una proposta credibile e innovativa di governo. Il nodo di un’alleanza larga, plurale e rinnovata e dunque di un rapporto con il PD e il suo insediamento sociale resta un dato qualificante della nostra proposta. Per questo è necessario leggere con attenzione il conflitto apertosi in quel partito e nel suo corpo sociale di riferimento , misurarsi con il passaggio stretto che il PD ha affrontato nella transizione del dopo Berlusconi, subendo il ricatto europeo e contrastare la spinte suicide che portano dirigenti di quel partito a interpretare l’appoggio al governo Monti come premessa a una collocazione di lungo periodo del PD in un quadro moderato.

La proposta di una sinistra che si cimenta col governo senza rinunciare ai propri contenuti incontra dunque oggi una oggettiva difficoltà ma è possibile solo se riusciamo a mettere in atto una forte autonomia politica e culturale. Lo sforzo di tenere aperto un difficile dialogo tra il centro sinistra, il partito democratico, i movimenti, le realtà associative e i comitati è possibile solo se abbiamo l’autorevolezza di farlo perché forti di un progetto innovativo e non per inerzia o opportunismo.

Non si tratta di inseguire un’alleanza per rispondere al riflesso condizionato di autoconservazione di un ceto politico intermedio ma di tenere aperta una prospettiva di trasformazione e scongiurare l’involuzione moderata del principale soggetto politico di centro sinistra, del suo elettorato e delle organizzazioni di massa di riferimento.

Oggi il credito di SEL rischia di esaurirsi perché non abbiamo creduto fino in fondo nelle nostre idee e perché non abbiamo fatto tutti gli sforzi per essere corpo vivo, plurale e capace di produrre pratiche politiche innovative ed elaborazione condivisa.

Non abbiamo alcuna nostalgia della burocrazia, della gerarchia e dell’autoconservazione dei vecchi partiti. Ma proprio perché cerchiamo un’altra politica, non crediamo che l’alternativa sia trasformarli in comitati elettorali, organismi di semplice perpetuazione del ceto politico. Alla logica della fedeltà allo schieramento, al principio della delega, alla gestione proprietaria dei partiti, preferiamo il confronto, l’ascolto della critica e la valorizzazione dell’autonomia e della ricerca libera: per questo riteniamo urgente una riflessione tra noi.

È una riflessione che va ben oltre SEL e che deve produrre un’alternativa al confronto disperante e disperato tra politicismo e antipolitica.
È necessario produrre una critica alla radice lo statuto della politica stessa - il suo fondarsi sulla separatezza tra pubblico e privato, sulla gestione del conflitto in base alla logica amico-nemico, su modelli di appartenenza basati su gerarchia, delega, rimozione delle differenze, su un’idea separata e sacrificale della militanza, su un’idea del potere maschile che ormai non corrisponde più nemmeno alla vita degli uomini e al loro desiderio di libertà. Non si tratta di generiche petizioni di principio ma di questioni che tornano oggi prepotentemente in superficie, mostrando la crisi e i limiti di un’ idea della politica che si ammanta di nuovo ma resta vecchissima.

All’interno di SEL ci sono intelligenze, esperienze e risorse culturali e politiche che dobbiamo valorizzare e che non corrispondono alla mediocrità di quanto spesso abbiamo prodotto.
Riapriamo il confronto, la ricerca, la sperimentazione - a partire da noi - e riapriamo canali di interrogazione reciproca con le soggettività “esterne”: sono questi due compiti ineludibili per far sì che quelle su cui siamo nati non rimangano belle speranze.

Le compagne e i compagni dell'assemblea romana del 26 giugno.


Tra i primi e le prime a firmare, in ordine alfabeticoBarbara Auleta (SEL Roma), Saverio Aversa (SEL Roma), Fabio Bonanno (SEL Roma), Caterina Botti (Roma), Gabriella Casalini (Roma), Stefano Ciccone (SEL Roma), Mauro Cioffari (SEL Roma), Mario Cocco (SEL Roma), Mauro Coldagelli (SEL Roma), Andrea Costa (SEL Roma), Evi Desideri (SEL Roma), Ivan Errani (SEL Roma), Ileana Izzillo (SEL Roma), Serena Marcianò (SEL Roma), Lucia Masotti (SEL Roma), Enzo Mastrobuoni (SEL Roma), Cristina Mosca (SEL Roma), Franco Moretti (SEL Roma), Monica Pasquino (SEL Roma), Silvana Pisa (SEL Roma), Dante Pomponi (SEL Roma), Paolo Santurri (SEL Roma), Alfredo Toppi (SEL Roma), Caterina Turato (SEL Roma), Carolina Zincone (SEL Roma), Maurizio Carrozzi (SEL Roma), Alessia Marri (SEL Roma)

Seguono: Concetta Cuscusa (SEL Bari), Toni Matteacci (Coordinamento regionale SEL Marche), Angela Bernardini (Roma), Fabrizio Palombi (Roma), Claudia Raho (Nardò, Lecce), Alfonso Gianni (Assemblea Nazionale SEL), Mario Borgo Caratti (Consigliere comunale SEL, Pomezia), Alberto Ciullini (Consigliere SEL Zona 2 del Comune di Milano), Matteo Frasca (Roma), Flavio Veneziale (Roma), Bruna Pirola (Roma), Monica Biondi (Firenze), Antonella Ciocia (Terracina, Latina), Roberto Demontis (Genova, Politiche internazionali SEL Liguria), Nicola Cirillo (Firenze), Fulvia Bandoli (Presidenza Nazionale SEL), Thomas Olivieri (Fano), Edgardo Signoretti (Roma), Giandomenico Potestio (Firenze), Sandra Borsi ( SEL Pistoia), Cinzia Abramo (SEL Foligno), Paola Verticelli (SEL Mentana/Fonte Nuova), Maurizio Esposito (SEL Roma), Massimo Galletti (SEL Cremona), Mario Torcinovich (SEL Venezia), Rossana Calistri (Roma), Salvatore Gioncardi (Roma), Pietro Masina (Roma), Giampietro Pizzo (Assemblea Nazionale SEL, Venezia), Enrico Lauricella (SEL Firenze), Mauro Servalli (SEL Imperia), Francesco Gismondi (SEL Basso Garda - Desenzano del Garda, Brescia), Grazia Loria (Responsabile Scuola SEL Catania), Luigi Previati (SEL Genova), Jacopo Zannini (SEL Trento), Piero Morandini (SEL Mentana-Fonte Nuova), Angelo Saracini (SEL Grecia), Franco Bernardi (Basso Garda - Desenzano del Garda-Brescia), Enrico Bresciani (Basso Garda - Desenzano del Garda-Brescia), Germana Foscheri (Basso Garda - Desenzano del Garda-Brescia), Romeo Portaro (SEL Novara), Claudio Paolinelli (SEL Falconara Marittima, Ancona), Piero Catocci (SEL Firenze), Ornella Intrieri (SEL Roma), Danio Aloisi (SEL Nardò), Mattia Ciampicacigli (SEL Roma), Giuseppe Reitano (Roma), Angela Ciaccafava (Sel Senigallia), Claudio Scazzocchio (SEL Torino), Vera Marchetti (SEL Roma), Laura Paleari (Coordinamento provinciale SEL Genova), Tonino Cafeo (Assemblea provinciale SEL Messina), Catia Gatti (SEL Roma), Giampaolo Lambiase (SEL Salerno), Angela Bernardini (SEL Roma), Erich Czichy (Auditore, PU), Enzo Tappa (SEL Ventimiglia, IM), Andrea Valeri (SEL Roma), Piero Morandini (Mentana), Antonio Lauretano (SEL Terracina, LT), Marcello Failla (Comitato provinciale SEL Catania), Crispino Maggio (SEL Messina), Andrea Bagaglio (SEL Mercallo, Varese), Sergio Caserta (SEL  Bologna), Franco Bernardi (SEL Basso Garda, BS), Claudio Baldan (Narni, Terni), Giovanni Torrisi (SEL-Urbino), Anna Maria Da Re (SEL Vittorio Veneto), Salvatore Salzano (SEL Stradella, PV), Giuseppe Montalbano (Coordinamento cittadino SEL Pisa),Francesco Catuogno (Assemblea provinciale SEL Terni), Carlo Moscardini (iscritto ma autosospeso SEL Lastra a Signa Firenze), Elettra Stamboulis (SEL Ravenna), Silvia Acquistapace (SEL Roma), Giusy Sacco (SEL Basso Garda - Desenzano BS), Enrico Bonelli (Sessa Aurunca), Bruno Pastorino (Genova), Riccardo Rifici (Roma), Patrizia Baragetti (SEL Basso Garda - Desenzano, Bs), Enrico Solito (SEL Sesto Fiorentino), Raffaella La Perna (SEL Roma), Elena Pansini (Firenze), Margherita Biagini (SEL Firenze), Luciano Ariani (SEL Firenze), Claudio Colletti (Assemblea SEL Regione Sicilia), Loretta Scannavini (Coordinamento Provinciale SEL Rieti e Provincia), Maurizio Pietropoli (www.sezionelasinistra.net), Rosa Anna Tucci (SEL Taranto), Andrea Casucci (SEL Firenze), Donatella Verdi (Firenze), Lido Giampaoli (Assemblea provinciale SEL Pisa), Francesco Marchizza (SEL Roma), Mara Caporale (Ladispoli, Roma), Elisabetta Querci (SEL Pistoia),Maurizio Pietropaoli (Roma), Claudio Morselli (Coordinatore provinciale SEL Mantova), Lucia Sorrentino (Milano), Francesca Ferrarini ( Consigliere comunale SEL Bogliasco, GE), Lino Bucci (SEL Terracina), Massimiliano Mantovani (Venaria Reale, TO) Dino Orlandini (SEL Genova), Giulio Lo Bascio (SEL Roma), Aldo Borghesi (SEL Sassari), Sandro De Toni (SEL Roma), Carlo Loccarini (Roma), Ivana Canevarollo (Genova), Nicoletta Dentico (Roma), Bruno Altomonte, (Reggio Calabria, Fabbrica di Nichi), Nicola Saba (SEL Roma), Paolo Di Cicco (SEL Fondi, Sperlonga, Monte San Biagio - LT), Felice Besostri, Maurizio Rella (SEL Messina), Alberto Bozzi (Coordinamento regionale SEL Toscana), Ciccio Voccoli (Taranto), Pasquale Videtta (SEL Federazione di Potenza), Marco Vitali  (SEL Bergamo Coordinatore Sel Bassa Bergamasca), Enza Venezia (SEL Catania Responsabile turismo), Carlo Viano, Giuliana Campanaro (SEL Roma), Serena Cernecca (coordinamento provinciale SEL Pavia), Tiziano Marchini (SEL La Spezia), Antonio Cadeddu (SEL Roma), Armando Mangone (SEL Roma), Luca Tumminello (SEL Pinerolo, TO), Giovannella Podestà (SEL Roma), NIcola Gianello (SEL Sarzana-Ameglia, SP), Hervé Brusa (SEL Nord Pavese), Federico Capurro (SEL Genova), Valentina Villabuona (SEL Trapani), Aldo Carra (Roma), Paola Repetto (SEL Genova), Danilo Capitani (SEL Collegno - TO), Andrea Podesta (SEL Genova), Massimo Francescangeli (SEL Roma), Cesare Ranucci (SEL Roma), Gianfranco Maria De Carlo (SEL Roma), Alberto Mazzoni (SEL Genova),  Silvia Acquistapace (SEL Roma), Angelo Orientale (SEL Salerno), Dino Orlandini (SEL Genova), Sergio Tosini (SEL Roma), Attilio Casagrande (SEL Senigallia),  Massimo Bonaldo (SEL Genova), Anna Illiano (Bacoli, NA), Francesco Manzolillo (SEL Sala Consilina, SA), Stefania Fanelli (Marano, NA), Giovanni Vindigni (Coordinatore Federazione SEL Catania), Carlo Viano, (Coordinatore Circolo SEL Ilaria Alpi - Genova), Francesco Cucchi (SEL Senigallia), Matteo Cognini (Tesoriere provinciale SEL Ancona), Enea Boria (Coordinamento provinciale SEL Lodi), Spartaco Innocenzi (Terni), Carlo Viano (SEL Genova), Marilena Cassano (Torre Pellice, TO),  Antonella  Francesca Falcinelli (SEL cordinamento provinciale della Spezia), Francesco Rubini(SEL Ancona), Emilio Robotti (Genova), Adriana Anselmi (SEL La Spezia), Fabio Monti (SEL Sant'Egidio alla Vibrata, TE), Angelo Cleopazzo (SEL Nardò), Giuliano Ciampolini ( membro dell'Assemblea di SEL a Pistoia e in Toscana), Elisabetta Catalanotto (SEL Pisa), Roberto Neulichedl (SEL Reggio Emilia), Gianfranco Spinelli (Assessore Comune di Serravalle Pistoiese), Umberto Franchi (SEL Lucca), Piero Scarselli ( SEL Firenze), Beniamino Ginatempo (SEL Messina),  Francesca Koch (SEL Roma), Giorgio Parisi (Roma), Lorenzo Cambiaso (SEL Ponente savonese), Matteo Pucciani (SEL PISA), Maurizio Vergallo (Presidente Assemblea Federale SEL, Reggio Emilia), Lilli Micheli (SEL ROMA), Lamberto Vaghetti (Roma), Valeria Angelini (SEL Roma), Giuseppina Lucignani ( SEL Valle del Serchio, Lucca), Fulvio Simone Lori (SEL Parma), Bruno Roveda (Frosinone), Francesco Parisi (Roma), Aquino Fulvio (Civitavecchia), Nicola Triggiani (SEL Genova), Maurizio Donarelli (SEL Valle del Velino, RI), Marco de Lindemann (Roma), Settimio Bruschi ( SEL Velletri).
Gruppi, collettivi e circoli: Collettivo Riprendiamoci la politica (Roma), Circolo SEL "XI Maggio" (Iglesias), Circolo SEL Miriam Makeba (Salerno)



giovedì 26 luglio 2012

Non affoghiamo nella vecchia politica la speranza rappreesentata da SEL

Pubblichiamo e invitiamo a aderire al documento che alcuni simpatizzanti e iscritti a SEL hanno lanciato in questi giorni.
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DOMENICA 30 SETTEMBRE, prima assemblea nazionale, a Roma, a partire da questo documento che sta riscuotendo molto interesse. Siete tutt* invitat* a partecipare all'iniziativa e alla sua organizzazione (faremo una mail list apposita, chiedeteci di essere inserit*).
Per le adesioni al documento e per l'iniziativa scrivete a nonaffoghiamo@gmail.com

Care compagne e cari compagni,

ci rivolgiamo al Coordinamento Provinciale, lo spazio che ci siamo dati per condividere la costruzione di SEL a Roma;

ci rivolgiamo alla Presidenza Nazionale, poiché crediamo che il gruppo dirigente nazionale per troppo tempo non abbia assunto la responsabilità di costruire SEL come corpo vivo, aperto, democratico e partecipato;

ci rivogliamo anche alle e agli iscritti e i simpatizzanti di SEL, perché crediamo che la responsabilità della costruzione di questa esperienza sia di tutte/i, senza esclusioni.

Lo scorso 26 giugno abbiamo partecipato a un’assemblea di compagne e compagni di SEL provenienti da storie e percorsi molto diversi, ma accomunati dall’affetto per la nostra impresa comune e dalla preoccupazione di fronte al rischio di vederla rattrappirsi. L’incontro è nato da un diffuso disagio cresciuto in questi mesi. Senza la possibilità di un confronto trasparente, di un ascolto effettivo e la possibilità di incidere, questo disagio rischia di limitarsi alla lamentazione, all’invettiva e di tradursi in diffidenza o, peggio, in abbandono.

Crediamo ci possa essere un modo per affrontare le dinamiche che rendono spesso asfittica la vita della nostra esperienza politica, le sue evidenti degenerazioni, il sequestro di ogni spazio di confronto, conflitto ed elaborazione condivisa, senza cadere in letture liquidatorie, semplicistiche o riducibili a logiche di schieramento interno. Riteniamo necessario ascoltare e dare spazio alle critiche emerse, per trasformarle in politica, perché la capacità di iniziativa politica di SEL, la sua spinta innovativa e credibilità dipendono dalla qualità del nostro modo di stare e di decidere assieme. 

È stato un segno di maturità e responsabilità evitare, nei mesi scorsi, che il legittimo confronto su modi diversi di intendere SEL portasse alla paralisi e a un dibattito tutto rinchiuso all’interno. Ma affrontare in modo trasparente i nostri limiti non rappresenta un indebolimento. Anzi, pensiamo sia urgente la necessità di aprire una discussione tra noi su come far corrispondere il nostro modo di vivere quotidianamente questa esperienza politica alla ragione di nascita di SEL, la sua ispirazione, la sua scommessa.

La nostra impresa comune segna un’impasse e intorno a noi crescono i segni di insoddisfazione e avanzano nuove risposte. Lo riscontriamo nelle reazioni dei cittadini e delle cittadine che incontriamo, lo vediamo in chi si impegna nei comitati, nei movimenti e in quelle esperienze innovative di lotta e di discussione che animano le nostre città. Anche la crescita di iniziative (locali e nazionali) a sinistra, alcune promosse da esperienze sindacali avanzate, altre espressamente mirate a promuovere nuovi soggetti politici, così come l’avanzamento elettorale di liste caratterizzate dal rifiuto spesso liquidatorio e demagogico dei partiti, ci suggeriscono che esiste una domanda, un desiderio e un bisogno al quale non siamo riusciti a parlare a sufficienza e che, di tutta risposta, ci ha percepiti come omologati alla politica di palazzo e ai suoi vizi. 
Il Movimento 5 stelle, ALBA, l’iniziativa della FIOM, le liste civiche locali e la loro proposta a livello nazionale (ma anche la crescita dell’astensionismo) sono alcuni elementi di uno scenario confuso e in evoluzione segnato da una crisi delle forme politiche esistenti. Una forza come SEL, nata per mettere al centro il tema della trasformazione della politica, della riapertura di canali di comunicazione tra pratiche sociali, culture politiche innovative e forme organizzate, deve porsi una domanda rispetto al proliferare di iniziative che traggono ragion d’essere da questo vuoto e dall’assenza di una proposta credibile che (anche) SEL avrebbe dovuto costruire.

Non vogliamo rinunciare a quella scelta fondativa che ha fatto di SEL una speranza per uscire dalla cieca e disperata rassegnazione delle due sinistre. 
Crediamo ancora oggi nella necessità di costruire una coalizione di centrosinistra innovativa, unitaria, aperta, capace di uscire dal recinto dei partiti e valorizzare ciò che si muove al di fuori di essa.
Questo oggi si traduce nella necessità di incalzare e sfidare il PD sul terreno di una proposta credibile e innovativa di governo. Il nodo di un’alleanza larga, plurale e rinnovata e dunque di un rapporto con il PD e il suo insediamento sociale resta un dato qualificante della nostra proposta. Per questo è necessario leggere con attenzione il conflitto apertosi in quel partito e nel suo corpo sociale di riferimento , misurarsi con il passaggio stretto che il PD ha affrontato nella transizione del dopo Berlusconi, subendo il ricatto europeo e contrastare la spinte suicide che portano dirigenti di quel partito a interpretare l’appoggio al governo Monti come premessa a una collocazione di lungo periodo del PD in un quadro moderato. 

La proposta di una sinistra che si cimenta col governo senza rinunciare ai propri contenuti incontra dunque oggi una oggettiva difficoltà ma è possibile solo se riusciamo a mettere in atto una forte autonomia politica e culturale. Lo sforzo di tenere aperto un difficile dialogo tra il centro sinistra, il partito democratico, i movimenti, le realtà associative e i comitati è possibile solo se abbiamo l’autorevolezza di farlo perché forti di un progetto innovativo e non per inerzia o opportunismo. 

Non si tratta di inseguire un’alleanza per rispondere al riflesso condizionato di autoconservazione di un ceto politico intermedio ma di tenere aperta una prospettiva di trasformazione e scongiurare l’involuzione moderata del principale soggetto politico di centro sinistra, del suo elettorato e delle organizzazioni di massa di riferimento.

Oggi il credito di SEL rischia di esaurirsi perché non abbiamo creduto fino in fondo nelle nostre idee e perché non abbiamo fatto tutti gli sforzi per essere corpo vivo, plurale e capace di produrre pratiche politiche innovative ed elaborazione condivisa.

Non abbiamo alcuna nostalgia della burocrazia, della gerarchia e dell’autoconservazione dei vecchi partiti. Ma proprio perché cerchiamo un’altra politica, non crediamo che l’alternativa sia trasformarli in comitati elettorali, organismi di semplice perpetuazione del ceto politico. Alla logica della fedeltà allo schieramento, al principio della delega, alla gestione proprietaria dei partiti, preferiamo il confronto, l’ascolto della critica e la valorizzazione dell’autonomia e della ricerca libera: per questo riteniamo urgente una riflessione tra noi.

È una riflessione che va ben oltre SEL e che deve produrre un’alternativa al confronto disperante e disperato tra politicismo e antipolitica. 
È necessario produrre una critica alla radice lo statuto della politica stessa - il suo fondarsi sulla separatezza tra pubblico e privato, sulla gestione del conflitto in base alla logica amico-nemico, su modelli di appartenenza basati su gerarchia, delega, rimozione delle differenze, su un’idea separata e sacrificale della militanza, su un’idea del potere maschile che ormai non corrisponde più nemmeno alla vita degli uomini e al loro desiderio di libertà. Non si tratta di generiche petizioni di principio ma di questioni che tornano oggi prepotentemente in superficie, mostrando la crisi e i limiti di un’ idea della politica che si ammanta di nuovo ma resta vecchissima.

All’interno di SEL ci sono intelligenze, esperienze e risorse culturali e politiche che dobbiamo valorizzare e che non corrispondono alla mediocrità di quanto spesso abbiamo prodotto. 
Riapriamo il confronto, la ricerca, la sperimentazione - a partire da noi - e riapriamo canali di interrogazione reciproca con le soggettività “esterne”: sono questi due compiti ineludibili per far sì che quelle su cui siamo nati non rimangano belle speranze.

Le compagne e i compagni dell'assemblea del 26 giugno



lunedì 5 marzo 2012

Il conflitto necessario. Forme e pratiche di lotta nonviolenta dalla Palestina a noi


a cura di Carolina Zincone



In occasione del viaggio in Italia di Manal Al Tamini e Nariman Al Tamini, del Comitato popolare per la resistenza nonviolenta palestinese di Nabi Saleh, in Cisgiordania, l’Associazione per la Pace e il collettivo Riprendiamoci la Politica hanno organizzato un incontro che avevano già in mente da tempo: un’iniziativa politico-culturale sul tema delle forme di lotta nonviolenta, a partire dall’esempio palestinese.
Erano mesi che ci si pensava su, soprattutto prima, durante e dopo la manifestazione romana del 15 ottobre 2011, quando le ragioni che l’avevano promossa erano state mortificate dagli esiti violenti fomentati da alcuni manifestanti nell’inefficienza delle forze dell’ordine.
Da allora, avevamo fatto alcuni tentativi, anche in sedi politiche, per discutere dell’accaduto e per provare a ricostruire un’idea e una pratica della nonviolenza attiva, capace di rompere la subalternità alle culture militariste. Ma ci è voluto del tempo per concretizzare l’evento: c’è voluta, probabilmente, la presenza di due figure straordinarie come Manal e Nariman. C’è voluta l’adesione di don Nandino Capovilla, Coordinatore nazionale di Pax Christi da sempre attento ai temi della della pace e della gestione pacifica dei conflitti. C’è voluta, va detto, l’ospitalità dell’Istituto per l’Oriente Carlo Alfonso Nallino, la più antica istituzione italiana di studi e ricerche sul mondo arabo-islamico moderno e contemporaneo.
Tutto questo ci è voluto per superare i tabù che, incredibilmente, accompagnano ancora un argomento così “pacifico” come dovrebbe essere quello della nonviolenza. Rifiutiamo la retorica della violenza frutto inevitabile della rabbia e del disagio, perché rifiutando la violenza si spiegano le ragioni della rabbia e del disagio. Per questo abbiamo voluto discutere insieme di “buone pratiche” di conflitto, oltre la semplice “manifestazione” ma senza elmetti in testa. Perché lo scontro violento non è l’unica forma possibile di dissenso e ce lo dimostra chi, in Palestina, per esistere ha scelto e pratica da anni forme di resistenza nonviolenta all’occupazione militare israeliana e alle continue violazioni dei diritti umani, sociali e politici messe in atto dal governo israeliano.
Durante l’iniziativa del 13 febbraio Manal e Nariman hanno deciso che le immagini avrebbero spiegato meglio di qualsiasi parola quello che il loro popolo, la loro famiglia, i loro figli, subiscono quotidianamente per mano dei coloni e dei militari israeliani. Abbiamo visto e commentato le incursioni notturne nelle loro case, l’arresto di bambini, l’uccisione del cugino. Ma il messaggio che ne è venuto fuori è stato chiaro: per sconfiggere questa situazione non servono le armi, ma la conoscenza, l’informazione e, di conseguenza, il sostegno internazionale.
L’emozione è stata forte, la partecipazione decisamente sentita, forti gli applausi, solo posti in piedi. Sullo sfondo, dopo il video sulle violenze subite dagli abitanti di Nabi Saleh e a contrasto con queste, una serie di “fotografie nonviolente” che avevamo chiesto a tutti gli invitati di mandarci. Una bella lezione per quelli di noi che provano ancora imbarazzo quando si tratta di schierarsi sul fronte della nonviolenza. Perché la radicalità non si dimostra con la violenza, ma andando alla radice delle cose, con la forza delle idee.

mercoledì 18 gennaio 2012

ARTE IN STRADA CONTRO LA VIOLENZA


SECONDO APPUNTAMENTO DEL FESTIVAL "ARTE IN STRADA" CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE

Sabato 28 gennaio ORE: 18.45
Al "Piccolo di Pietralata" - Via della Stellaria 7
(a due passi dalla metro B Pietralata)

Introduce la serata:
NICOLETTA SALVI Menestrella femminista, reinventa la tradizione popolare e la piega a una (ri)lettura di genere.

A seguire proiezione di: LO STUPRO (ovvero la storia vera di violenza su una donna 1975) di Franca Rame. Era il 9 marzo del 1973, giorno in cui Franca Rame fu aggredita da 5 neofascisti. Questi la portarono su un furgoncino e la violentarono, lasciandola poi sulla strada in uno stato di totale confusione mentale. La violenza fu raccontata dall’attrice nel 1975 attraverso il monologo “lo stupro”.


FESTIVAL ARTE IN STRADA
Quattro appuntamenti di teatro, cinema e parole, che si svolgeranno in luoghi diversi della città.

Quattro iniziative culturali da svolgere nelle periferie romane per sensibilizzare e riflettere assieme sulla violenza maschile sulle donne: lo sfruttamento sessuale, gli stupri o i tentati stupri, gli abusi, le molestie, i ricatti economici ed emotivi, le persecuzioni psicologiche, e la violenza domestica. Quest’ultimo è il caso più diffuso.

Tutte le indagini confermano che nella stragrande maggioranza dei casi l’autore di violenza è un marito, un compagno, un amico di famiglia, un datore di lavoro, un educatore: un uomo con cui la donna che subisce violenza ha una relazione di fiducia, d’amore e di consuetudine.

Se la violenza contro le donne non è riducibile al gesto di devianza, le risposte meramente repressive ed emergenziali mostrano tutti i propri limiti. Non si tratta un nemico oscuro, lo straniero da espellere: il problema è nelle nostre case, nelle nostre famiglie, nelle relazioni e nell’immaginario sessuale che abbiamo costruito.

Spostiamo l’attenzione sociale dalle vittime della violenza agli autori, sollecitando anche una presa di coscienza maschile e un’assunzione di responsabilità. Affrontiamo il tema della violenza maschile sulle donne da una prospettiva culturalmente ampia e non riduciamola a una questione “femminile” o di ordine pubblico.

Il festival è organizzato dal collettivo Riprendiamoci la politica, dall'Associazione di promozione sociale SCOSSE e dalla Fondazione CRS di Roma.